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passeggiate, sci, sport invernali, parco nazionale dei Monti Sibillini, Marche, Umbria, Appennini

dai Piani ai Colli Alti e Bassi
la Via delle Creste
  1. dai Piani ai Colli Alti e Bassi
  2. al Quarto di S. Lorenzo da Forca Viola
  3. dalla Cima dell'Osservatorio alla Cima del Redentore
  4. dalla Cima del Lago al Rifugio Zilioli
  5. ritorno a Forca Viola dal Lago di Pilato
Percorso e dislivelli Partenza: a 1150m slm, lasciate la vostra auto all'imboccatura della carrareccia che porta a Capanna Ghezzi attraverso i Colli Alti e Bassi: si tratta di una strada sterrata che parte proprio ai piedi di Castelluccio, poco prima del bivio per Forca di Presta. D'estate potete percorrere in auto questa stradina fino a Capanna Ghezzi, facendo molta attenzione.
Raggiunta Capanna Ghezzi (dove potete approfittare della fonte), prendete il sentiero che sale dalla fonte sulla dx, che vi porterà a Forca Viola.
Arrivati a Forca Viola, prendete il ripido sentiero che sale sulla dx (è il n. 1 sulla Carta del Parco). Risalirete le Coste del M.te Vettore, con una bellissima vista su Castelluccio ed i Piani. Sulla sx. incontrerete il Quarto di S. Lorenzo, una bella finestra sulla vallata sottostante (fate attenzione a non sporgervi!). Proseguendo, incontrerete la Cima dell'Osservatorio (l'anticima pianeggiante è la 'terrazza' ideale per uno spuntino ad alta quota). D'ora in poi il sentiero proseguirà in cresta.
Percorrete il sentiero in cresta: raggiungerete, nell'ordine, la Cima del Redentore (la seconda vetta dei Sibillini) e la Cima del Lago (fate attenzione per la salita verso quest'ultima). Sulla sx. potrete godervi lo spettacolo del Lago di Pilato dalla testata della valle glaciale, mentre sulla dx. la vista spazierà su tutti i Piani, fino all'Umbria, l'Abruzzo e l'Appennino laziale!
Il percorso delle creste si conclude scendendo al Rifugio Zilioli (fate attenzione all'ultima discesa). Da lì scendete verso la valle dei Laghi.
Raggiunto il Lago di Pilato, percorrete il sentiero che vi riporta a Forca Viola: lo potete imboccare a valle del Lago (è inizialmente il n. 3 sulla Carta del Parco, poi al bivio imboccate il 2).
Da Forca Viola tornate indietro per lo stesso percorso con cui siete venuti.
Dislivello totale in salita: 1600m

Consigli Difficoltà: medio-alta (per la lunghezza ed il dislivello).
Tempo di percorrenza totale: 8 ore a passo "turistico".
Sconsigliata ai bambini per la quota, la lunghezza, i tratti impervi in cresta. Fare attenzione in cresta in caso di forte vento!
Si raccomanda la carta del Parco; per le scorte idriche vi potete approvvigionare alla fonte presso Capanna Ghezzi, all'inizio dell'escursione, ed alla sorgente subito a valle del Lago di Pilato, che però d'estate non sempre affiora. Vi consigliamo di portare almeno 1,5 litri d'acqua a testa nel vostro zaino.
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-Chiuso-. Restiamo attoniti. Questa mattina Paolo ed io abbiamo percorso i cinquanta chilometri che separano la nostra Camerino dalla amena Castelluccio per trovarci di fronte porte serrate. Alle ore 7:30 del mattino tutti i bar sono chiusi, gli ingressi non recano nemmeno l'ora di apertura, ammesso che ci sia...
Come se non fossimo stufi di locali dai prezzi profumati e commessi dalla lingua velenosa, ora dobbiamo subire lo smacco di restare come attempati mendici ad attendere la grazia di essere serviti.
Infatti, di conseguenza, i Piani erano un brulicare di camper e vetture pieni di gente smaniosa di riempire i polmoni provati da letali mix carbonici urbani, e giustamente ben attrezzati a bivaccare autonomamente. I nostri amici in rete e compagni di sentiero sono avvisati... (ATTENZIONE: DA POCO TEMPO NON E' PIU' POSSIBILE CAMPEGGIARE SUL PIAN GRANDE, PENA 1000 EURO DI MULTA. ANDATE IN VAL CANATRA, MAGARI PRIMA FIRMANDO IL FOGLIO DI PROTESTA CHE TROVATE A CASTELLUCCIO).
Voltandoci a destra il profilo del Monte Lieto che si staglia imponente nel cielo ci ricorda le recenti fatiche fatte per conquistarlo. Il ricordo invernale dei sui dolci pendii fortemente innevati inducono la nostra immaginazione a sperare, un giorno, di poterli discendere con gli sci ai piedi.
Posteggiamo la macchina su uno slargo appena dopo l'inizio della strada bianca. Verifichiamo l'attrezzatura e le scorte d'acqua nello zaino... si va.
Al nostro fianco una fuga di coltivazioni inganna la vista e fa spaziare le nostre menti. I primi passi si posano leggeri sulla stradina umida, le considerazioni sgradevoli del mattino cedono il posto ad un flusso di pensieri armoniosi e limpidi come il cielo che ci sovrasta.
Ecco i colli alti e bassi, l'erba spruzzata di rugiada li ammanta seguendone dolcemente il clivo.
Percorrendo la strada di breccia che dalle pendici dell'abitato ci conduce a Capanna Ghezzi, un gran numero di vetture ci sfreccia accanto. A noi piace salire a piedi, anche se la maggior parte delle persone preferisce sbatacchiare le proprie macchine sulle pietre taglienti che ingombrano i due chilometri scarsi che ci separano dall'inizio del sentiero vero e proprio.
Farfalle variopinte sonnecchiano tra l'erba ancora umida.
Superato rapidamente il piazzale di capanna Ghezzi, iniziamo ad inerpicarci sul sentiero.
Sito e grafica by Paolo Grifantini
Testi e commenti by Marco Scarinci
Foto by Paolo Grifantini & Marco Scarinci
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