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Dal valico di Montelago alle creste
| A Monte Primo dal valico di Montelago | |
Percorso e dislivelli
Il Monte Primo è l'ultimo dei monti della catena che, partendo da Mont'Igno, separa il camerinese dall'altopiano di Montelago. Esso è ben visibile da Castelraimondo e delimita, con il Monte Tre Pizzi, l'ingresso nella vallata di Pioraco.
La via più facile per raggiungere la vetta parte appunto dall'altopiano di Montelago, da cui cercherete di guadagnare le creste dei monti ad est, e da lì procedete dritti verso il monte. Vi aspetta una salita abbastanza importante (ma non difficile) sotto la vetta.
Tornate indietro per lo stesso percorso.
In alternativa si può salire da Agolla o, per i più esperti, affrontare la salita da Pioraco attraverso la ferratina.
Dislivello totale in salita: 500m
Consigli Difficoltà: medio-facile.
Tempo di percorrenza totale: 5 ore a passo "turistico" percorrendo tutte le creste.
Fate attenzione nella stagione di caccia, è area venatoria. Portatevi da bere.
La via più facile per raggiungere la vetta parte appunto dall'altopiano di Montelago, da cui cercherete di guadagnare le creste dei monti ad est, e da lì procedete dritti verso il monte. Vi aspetta una salita abbastanza importante (ma non difficile) sotto la vetta.
Tornate indietro per lo stesso percorso.
In alternativa si può salire da Agolla o, per i più esperti, affrontare la salita da Pioraco attraverso la ferratina.
Dislivello totale in salita: 500m
Consigli Difficoltà: medio-facile.
Tempo di percorrenza totale: 5 ore a passo "turistico" percorrendo tutte le creste.
Fate attenzione nella stagione di caccia, è area venatoria. Portatevi da bere.
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Da Camerino dirigiamo la macchina sulla strada per Serravalle. Svoltiamo a destra in direzione Sant'Erasmo e poi da lì raggiungiamo l'abitato di Nibbiano, dove inizia la ripida strada in salita che dopo pochi chilometri svalica sull'altopiano di Montelago. Posteggiamo e rapidamente ci prepariamo alla prima escursione del 2005. Ancora non siamo permeati dall'incanto del luogo, forse a causa della sua estrema vicinanza (8 Km scarsi) dal centro della città. Iniziamo a camminare. Alle nostre spalle lasciamo la macchina posteggiata su un piccolo spiazzo, laddove dalla strada principale si stacca una carrareccia che, in verso opposto a quello da noi preso, si arrampica verso Mont'Igno. |
| Stabiliamo di puntare diritti alla sommità del colle e poi di lasciarsi accompagnare dalle creste che da lì dirigono al Monte Primo. I primi passi sono intensi e vigorosi, poichè la nostra scelta obbliga ad arrancare tra i cespugli e ad ignorare i numerosi sentieri che circoscrivono l'altura. |  |
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Il terreno, ricoperto fino a poco tempo prima di abbondantissima neve, ora è prospero e fiorente di meravigliosi boccioli. |
| Rapidamente ci portiamo in alto tra le candide rocce, le erbe ondeggianti e i fiori, dai colori variopinti e dai singolari profumi. |  |
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La regale magnificenza della natura si manifesta in ogni singolo fiore... |
| ...e nell'unione un po' vanitosa di tutte queste particolari grazie. |  |
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Dopo venti minuti siamo già in cima. Dalla croce di legno un insolito scorcio sull'altopiano ci appaga immensamente. |
| Volgendo lo sguardo verso Monte Primo, possiamo prevedere il nostro futuro tragitto. |  |
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Un morbido tappeto erboso rende la nostra marcia vellutata. Le rocce aguzze, il fondo sconnesso e la fatica sono solo un ricordo di passate escursioni anche se... |
| ...forse abbiamo osservato troppo frettolosamente la via. Un profondo canalone si frappone tra noi e la cresta successiva, e saremo costretti a discendere di nuovo sull'altopiano per poi risalire dall'altra parte. |  |
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Che disdetta! Il manto erboso improvvisamente piega in basso, portandosi ripido fino alla strada. Il fondo diventa malagevole a causa della pendenza. Piccoli sassi rotolano inesorabilmente verso il basso quando i nostri scarponi cercano solido appiglio tra i ciuffi d'erba. |
| Amaramente ci riportiamo a quota base. Il nostro accompagnatore Daniele comincia a nutrire qualche perplessità sulla facilità dell'escursione considerando soprattutto la pendenza della salita al ritorno. |  |
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Sito e grafica by Paolo Grifantini
Testi e commenti by Marco Scarinci Foto by Paolo Grifantini & Marco Scarinci
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