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la testata della valle
la Val di Panico
  1. la Val di Panico e la sorgente
  2. Forcella della Neve e Forca della Cervara
  3. salita a Pizzo Tre Vescovi dalla F.te Angagnola
  4. discesa a Casali dalla F.te Scentelle
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L'ultimo tratto ci richiede un impegno ancora più grande: la scarpata si fa sempre più ripida, e la stanchezza inizia a farsi sentire. Siamo obbligati ad un ampio giro per raggiungere, attraverso una larga cresta, la sommità di quel rilievo che da basso ci sembrava remoto, altissimo e irraggiungibile: Forca della Cervara.
Con non poco stupore ci accorgiamo che il sentiero è ornato lateralmente di piante grasse di ogni genere. Una simile rarità a 2000 metri ci ricorda che l'estate è stata finora caldissima e ci riporta con la mente alla vita nelle città, dove il caldo ti insinua e ti impedisce ogni attività. Fortunatamente oggi noi possiamo affermare che la temperatura è veramente gradevole.
Da questo punto una cresta abbastanza affilata indirizza al Bove Sud. Non abbiamo intenzione di spingerci troppo attraverso un percorso che ci porterebbe indubbiamente fuori strada, e che per le progressive difficoltà che presenta sarebbe un inutile rischio per persone poco esperte come noi,
ma intendiamo sfruttare fino al possibile il sentiero che la percorre, almeno finchè il nostro buon senso consiglierà di desistere. Ciò ci consente di arrivare fino a Forcella della Neve, la quale, seppur vicinissima a Forca della Cervara, richiede non poco tempo e impegno.
La valle dell'Infernaccio, a sinistra, cattura il nostro sguardo che divaga dal fondovalle verso le cime.
Cima Cannafusto, sul versante opposto, sembra vicinissima, eppure, ad uno sguardo più attento, la grandezza degli alberi ci riporta alla dimensione reale.
A metà mattino la nostra giornata, iniziata precocemente, prevede il ritorno fino alla diramazione per il Pizzo Berro, una rapida discesa per imboccare il ripido sentiero in salita che conduce alla Forcella Angagnola e l'ascesa al Pizzo Tre Vescovi.
Giunti ad uno dei contrafforti del Monte Berro la nostra strada si separa dal malagevole sentiero che si arrampica fino alla sommità. Solo con l'ausilio di una ferrata i più esperti possono sperare di espugnare i suoi bastioni.
Volgiamo un rapido sguardo alla vallata sottostante, che abbiamo risalito faticosamente, e, seguendo il sentiero che con lunghi giri si insinua in un suo ramo collaterare, ne iniziamo la discesa.
Sito e grafica by Paolo Grifantini
Testi e commenti by Marco Scarinci
Foto by Paolo Grifantini & Marco Scarinci
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