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Il materialismo contemporaneo sarà pure adatto per vendere dei biscotti, ma rende l'uomo in catene. Meglio salire a piedi la montagna. Con molta fatica conquisteremo la cima, pronti per godere di un nuovo paesaggio. La croce in lontananza ci dirige sicuri verso la vetta, laddove c'è il confine tra le due chine. Nel salire condividiamo con i nostri avi le fragranze delle erbe che si mescolano armonicamente a creare un aroma esclusivo. Ci piace credere di essere gli unici prescelti a godere di questo effluvio, che non concederà repliche. |
Sotto la croce non possiamo che salutare felici. |
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Ed ecco come ricompensa un paesaggio magnifico e appagante. Matelica sembra la Città Eterna! |
Dopo aver assaporato prospettive uniche sulle alte valli del Potenza e dell'Esino ci cimentiamo nella discesa. |
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La Valle della Scurosa si mostra in tutto il suo antico intrico di fronde. |
La via del ritorno è lunga e, come tutti rammentano, dovremo impegnarci molto per risalire una scomoda costa. Nel frattempo si fa sul serio: smaniosi di abbreviare i tempi imprimiamo un ritmo forsennato al nostro incedere, cosa non troppo gradita al provato Daniele... |
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...mentre Paolo si prodiga affannosamente in continue rincorse nel tentativo disperato di scattare qualche ultima foto. |
Con i sassi che ancora rotolano in avanti sospinti dal furioso rullio di passi approcciamo l'ultima erta. Nonostante la salita, la marcia è ancora paurosamente avida di cammino, ma il sole misura inappellatamente il tempo che fugge. |
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Saggiamente decidiamo di aggirare la vetta sfruttando un sentiero che circoscrive l'altura fino a raggiungere la forcella. |
Scendiamo dalla china accaldati e festanti in mezzo al grano ancora verde e ci riportiamo sulla strada. Intanto la lunga ombra del monte si riappropria della valle e il cielo sereno comincia a tingersi di rosa. |
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