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Con la mente che ancora fantastica tra i bianchi, allegri ricordi dell'inverno scorso, la croce del Monte Bove (1905 mslm) ci invita a sperare in un domani migliore. Chissà se un giorno si riuscirà a far aprire gli occhi a chi, più in basso, è troppo miope per arrivare quassù. |
Davanti a noi, per il momento, c'è solo l'abisso. Ci aggrappiamo alla croce. Intorno a noi tutto sembra crollare. La tenacia è la nostra forza: niente riuscirà più a tarparci le ali. |
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Lasciamo la cima. Cominciamo a risalire lentamente la fuga di creste. Siamo ben lieti di percorrere il sentiero che ci porterà alla vetta del Monte Bove Nord. |
Ai lati il pendio declina sempre più ripido. A sinistra, verso la Val di Panico, il calo di quota iniziale conduce improvvisamente allo sprofondo verticale. |
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Il sentiero si fa più stretto. I raggi del sole percuotono la china ma il vento non gli consente di scaldarci. |
Basta spingersi un po' più di lato per rendersi conto di camminare sopra un nastro di roccia protesa a più di duemila metri nel cielo. |
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Siamo sulla cima del Bove Nord (2112m slm). E' possibile scorgere il rifugio del Fargno che si integra così bene tra i monti da valorizzare il paesaggio. A destra è la cima di Pizzo Tre Vescovi. |
In lontananza avvistiamo la stazione di arrivo della funivia. Sembra un miraggio tra questi monti: acuendo lo sguardo ci sembra già piena di alpinisti e di turisti in visita nel nostro Parco. |
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Una farfalla danza elegantemente su un fiore come per darci il benvenuto e le erbe ondulanti per la brezza sembrano il suo trepidante pubblico. Ma ad un tratto un'angosciante visione ci sconvolge. |