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Dopo pochi passi possiamo già avvistare Forca Viola. Sono le ore 8:30. |
Un gran numero di persone è in procinto di salire insieme a noi. |
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Riflettendo su quanto narrato sul territorio dei Sibillini in un libro degli anni 70, forse 80, non ho potuto fare a meno di notare che l'incremento di attività di tipo escursionistico è stato inversamente proporzionale all' impegno e alla cura nel sostenere l'attività turistica: quanto sono mirabili questi luoghi la cui magia supera l'arroganza di ristoratori maneggioni e la quasi assenza di promozione! |
Durante l'ascesa spaziamo a valle con lo sguardo. |
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Eccoci finalmente a Forca Viola. Siamo soddisfatti di essere giunti rapidamente fin qui e così decidiamo di rinfrescarci mentre innumerevoli scatti fotografici immortalano il paesaggio. Un gremito numero di persone segue il sentiero schiamazzando, altre le seguono da presso. Qualche nembo osa macchiare l'azzurro del cielo. |
Iniziamo a salire per il ripido sentiero alla nostra destra (il n° 1 sulla Carta del Parco), senza discendere per le Svolte che, con un tragitto più breve ma meno spettacolare, conducono ai laghi dalla vallata di Foce. |
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La salita è durissima. Il frusciare del vento sembra arrestarsi, i fiori restano immobili spettatori. |
Il sentiero è deserto: la maggior parte delle persone preferisce fare una escursione direttamente ai laghi. |
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Niente richiama la nostra attenzione. Ci guardiamo l'un l'altro. Sul volto di Paolo è stampata una smorfia di fatica mista a sorpresa. Il vento si fa sempre più fresco e il sudore che cola sulla fronte sembra gelarsi. Nulla si muove: tutto tace, solo il nostro ansimare rompe la magia dell'ascesa. |
Le fragili viole si annidano tra le rocce. |
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Eccoci finalmente in cresta: uno squarcio nella roccia ci permette di varcare con lo sguardo il massiccio montuoso. |
Si può dominare l'abisso anche senza sporgersi troppo... |
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Dal Quarto di S. Lorenzo la vista può spaziare su un carosello di creste. |