Un tappeto di fiori decora la pianeggiante cima dell'osservatorio. Decidiamo di concederci una sosta: la salita è stata faticosissima. Da Forca Viola siamo saliti già di ulteriori 450 metri. |
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Le ultime chiazze di ghiaccio restano ancorate sopra i precipizi. |
Riprendiamo sorridenti il cammino: una folata di vento ci esorta a proseguire e a non voltarci più indietro. I nostri passi inconsapevolmente si fanno disordinati finchè non raggiungiamo frettolosamente la coda di una comitiva più avanti. |
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Rallentiamo. Il sentiero è comodo e con ampio margine di sicurezza, ma è meglio non affrettarsi troppo. |
Alla nostra sx, la Cima del Lago e la valle glaciale. |
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Arriviamo a Cima del Redentore (2448 mslm). Ci ricongiungiamo con altri ragazzi che, partiti da Forca di Presta, sono giunti in vetta appena dieci minuti prima di noi. Sembra irreale colloquiare con il vento fresco che sibila nelle orecchie, il piede che si ancora fermo sulle rocce e lo sguardo proteso verso il cielo infinito. |
E' entusiasmante voltarsi e osservare la fuga di creste appena scavalcate. Ci sentiamo in alto come gli uccelli. |
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Il Monte Vettore sembra più basso, anche se in realtà è il re delle cime del parco nazionale dei monti Sibillini. Un canalone innevato discende dalla sua cima fino al punto in cui il sentiero che dal rifugio Tito Zilioli scende ai laghi, si incunea tra le rocce creando uno stretto varco. |
Salutiamo la compagnia. L'obiettivo della nostra macchiana fotografica digitale si spinge ben oltre il limite di sicurezza a noi permesso. |
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Alla nostra dx invece il pendio degrada, più o meno ripido, verso il Pian Grande e Castelluccio. |