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In breve tempo raggiungiamo il fiume Fiastrone, là dove incontra il Rio Sacro. La via è larga e ben tenuta, percorso un solido ponte siamo già in salita. Alla nostra sinistra le acque ancora gelide si riscaldano con i primi bagliori, ma le rocce alla nostra destra sono ancora avvolte nell'ombra. |
Un albero sporge audacemente da un'alta rupe i suoi rami carichi di brillanti e odorose foglie, |
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mentre più in basso i papaveri vanitosi sembrano volersi specchiare nell'acqua per sfidarsi in una gara di bellezza ancor prima che il sole ne celebri le tinte. |
Continuiamo a risalire la vallata e ci spingiamo man mano in una gola, dove il bisbiglio sornione delle acque, incuneandosi nelle rocce, diventa un più vigoroso brontolio. |
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Le fragranze dei fiori ci sorprendono e destano in noi una rispettosa ammirazione per una armoniosa e raggiante natura, |
laddove il fluire impetuoso del fiume non rompe il silenzio bensì lo rende ancora più antico. |
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Sopra di noi le rocce inarcate dalle ere geologiche e proiettate furiosamente verso il cielo sono state con il tempo tagliate da un rivolo d'acqua. Ciò ci fa riflettere sulla relatività del tempo, e sulla debole, bassa ipocrisia di chi in una vita vuole cambiare il mondo. |